martedì 30 aprile 2013

Non Entrate in quella Casa!!!


Nell'ormai lontano 1981 fece la sua comparsa sui grandi schermi USA il film “Evil Dead” (in Italia conosciuto come “La Casa”), diretto da un giovane regista al suo debutto cinematografico, tale Samuel Raimi, e ...nulla fu più come prima! Questo film, infatti, rappresentò la nascita di un nuovo modo di concepire e di realizzare il cinema dell'orrore e, si può dire, diede il via ad un vero e proprio genere cinematografico. Parlando di film sulle case non posso dunque che partire da Evil Dead, ma descriverò anche un piccolo gioiello, di stile completamente differente da Evil Dead, del cinema thriller-horror italiano (diretto dal grande Pupi Avati) per arrivare ai giorni nostri e trattare quello che è stato giudicato da molti critici del settore il miglior film horror del 2012...buona lettura (e/o buona visione ;)

La Casa (titolo originale “Evil Dead”)
USA – 1981 – colore - 85'
Regia: Samuel Raimi
Interpreti principali: Bruce Campbell, Ellen Sandweiss, Betsy Baker.
Trama. Un gruppetto di ragazzi giunge ad una casupola di legno, affittata per trascorrere un week-end di spensieratezza. La casa si presenta alquanto malandata e per di più si trova sperduta nel bel mezzo di un bosco. In una specie di scantinato che si trova all'interno dell'abitazione i ragazzi trovano un vecchio libro, il Necronomicon, contenente formule magiche e rituali ancestrali. La lettura di alcune pagine del tomo risveglia un antico e feroce demone del bosco che si insinua nella casa e, uno ad uno, si impossessa dei malaugurati gitanti...
Analisi. Il film, girato con un budget estremamente limitato, rilegge il tema della possessione demoniaca e delle case infestate in una maniera così visionaria, frenetica, originale e innovativa (per tipo di effetti, ritmo e inquadrature) che spiazza lo spettatore sin dall'inizio. Il giovanissimo Raimi lascia da parte la scuola classica del cinema della paura e non concede nulla all'attesa, all'atmosfera o alla suspense: tutto l'orrore è immediatamente rovesciato sullo schermo e continua senza interruzione fino alla fine della pellicola, alternando veri e propri “shock visivi" a momenti (volutamente)auto-ironici creando, quasi dal nulla, uno stile che imperverserà dagli anni Ottanta in poi. Una trama quasi inesistente lascia lo spazio ad una galleria di trasformazioni, effetti speciali e movimenti vertiginosi con la macchina da presa. Questo film, certo, potrà non piacere ai puristi del cinema dell'orrore ma ha fatto senza dubbio scuola: La Casa non è un film splatter ma è Il film splatter e gli effetti visivi ideati da Raimi, mescolati ad una ironia fuori di testa, si possono ritrovare negli anni seguenti in una larga serie di pellicole del cinema horror. Non a caso vincitore del 1° Premio al Festival del Terrore di New York.
Curiosità. Uno degli attori del film, Bruce Campbell, negli anni è diventato l'attore “amuleto” di Sam Raimi: è protagonista di altri film horror del regista e compare in moltissime altre sue pellicole (recita delle piccole parti addirittura nei 3 film di Spider Man).
Evil Dead ha dato inizio ad uno stuolo di seguiti, imparentati col film originale solo nel titolo. Appartengono alla “vera” serie solo Evil Dead II (in Italia La casa 2, del 1987) e Army of Darkness: Evil Dead III (in Italia L'Armata delle Tenebre, del 1992), entrambi di S. Raimi.
Pochi giorni fa, a distanza di 32 anni(!) dall'uscita del film originale, è stato presentato al “Future Film Festival” di Bologna Evil Dead un remake diretto dal giovane regista uruguaiano Fede Alvarez e prodotto da Raimi stesso...questa volta senza badare a spese (pare che siano stati utilizzati ben 25.000 litri di sangue finto e oltre 300 litri di simil-vomito! :-D). Questo il link del trailier ufficiale in HD http://www.youtube.com/watch?v=FKFDkpHCQz4


La Casa dalle Finestre che Ridono
Italia – 1976 – colore - 106'
Regia: Pupi Avati
Interpreti principali: Lino Capolicchio, Francesca Marciano, Gianni Cavina, Vanna Busoni.
Trama. Un giovane restauratore, Stefano, agli inizi degli anni '60 giunge in un paese della Bassa Ferrarese per ripristinare un affresco raffigurante la morte di San Sebastiano, che si trova nella chiesa del paese. Il dipinto è di un artista locale, tale Buono Legnani, naïf e un po' folle, morto suicida trent'anni prima. Nel paese Stefano respira da subito una strana, bieca atmosfera e viene a conoscenza di alcuni racconti, un po' confusi e lacunosi, sul pittore dell'affresco. L'apparente suicido, avvenuto proprio davanti ai suoi occhi, di una delle persone che si erano confidate con lui, induce Stefano ad intraprendere una indagine privata per scoprire se c'è un nesso fra i racconti sul pittore e la morte dell'uomo. L' indagine lo conduce presto ad un sinistro e desolato casolare, con le finestre decorate esternamente da grandi labbra sorridenti, che in passato era stata la casa del pittore. Scopre che il Legnani aveva instaurato un rapporto incestuoso con le sorelle, ancora in vita anche se molto vecchie, e scopre anche che queste, con la complicità di un uomo del paese, periodicamente seviziavano fino alla morte in quella casa delle vittime innocenti col solo scopo di creare una fonte di ispirazione per i dipinti del fratello (il San Sebastiano raffigurato nell'affresco della chiesa mentre viene trafitto da due aguzzine era in realtà il ritratto di una vittima e delle due sorelle del pittore). Le due “arpie”, dopo aver saputo che Stefano aveva scoperto tutto, lo attirano nella casa e cercano di ammazzarlo a coltellate, ma egli riesce fortunosamente a scappare e salvarsi anche se gravemente ferito. La mattina successiva, ancora mezzo agonizzante, Stefano giunge in chiesa per raccontare tutto al parroco ma...lo attende una sorpresa shockante!
Analisi. Sarò anche di parte, ma questo (assieme a “Regalo di Natale”) rimane ad oggi il mio film preferito di Pupi Avati. Si tratta di un “noir padano” che sconfina con maestria nell'horror, utilizzando anche qualche “effettaccio” truculento. Forse in alcuni tratti è narrativamente “sconnesso” ma resta a distanza di decenni estremamente valido e suggestivo per il senso che offre del paesaggio della Pianura Padana, il gusto della dismisura, l'inclinazione al grottesco, la direzione degli attori e la cura dei particolari. Per certi versi ricorda i primi film di Dario Argento, ma in questo caso l'idea vincente di P. Avati è stata proprio trasformare la Bassa Padana, assolata, sonnacchiosa e con tanti scheletri nascosti negli armadi, nel teatro ideale per una pellicola horror. All'epoca venne notato dalla critica ma l'accoglienza nelle sale fu “tiepidina”, solo in seguito, come spesso accade, è diventato un film-cult del cinema italiano. Bellissimo il finale, con il colpo di scena e la storia che resta come sospesa.
Curiosità.  Si tratta del 5° film del famoso regista bolognese Pupi Avati ma è il 1° prodotto da lui con la A.M.A. Film (in società con il fratello Antonio e Gianni Minervini). Fu scritto con Gianni Cavina, Maurizio Costanzo e il fratello. Ricevette il Premio della Critica al “Festival du Film Fantastique” di Parigi, nel 1979.
Pare che per la storia del film P. Avati si sia ispirato ad un fatto realmente accaduto nel paese dove visse la sua infanzia, inoltre la casa con le labbra dipinte sulle finestre, che ha originato anche il titolo del film, esisteva veramente e anche se all'epoca delle riprese del film non esisteva più fu ricostruita esattamente com'era una volta.

Quella Casa Nel Bosco (titolo originale “The Cabin in the Woods”)
 - Tu Credi di conoscere la storia -
USA – 2012 – colore - 95'
Regia: Drew Goddard
Interpreti principali: Richard Jenkis, Bradley Withford, Jesse Williams, Chris Hemsworth.
Trama. Il “solito” gruppo di cinque ragazzi giunge al “solito” scalcinato chalet sperduto nei boschi (esternamente, del tutto identico a quello del film di Raimi!) per trascorrere un week-end di svago ...“che noia, già visto un centinaio di volte!” - verrebbe da dire. Ma, come fa intendere il sottotitolo del film, non è così. Da subito, infatti, ci si rende conto che un gruppo di scienziati tiene sotto osservazione (a mo' di “grande fratello”) e condiziona cinicamente tutte le mosse dei 5 ignari tenagers da un laboratorio segreto, che si scoprirà in seguito essere costruito proprio sotto l'abitazione. Non potendo scappare da quel luogo per via di una barriera invisibile che li isola dal resto del mondo i ragazzi diventano delle cavie umane o, meglio, delle vittime sacrificali di un rito millenario che affonda le sue radici nella notte dei tempi, addirittura agli albori della razza umana, e che prevede l'entrata in scena dei più crudeli mostri dell'immaginario collettivo...riuscirà qualcuno a salvarsi?
Analisi. Il film, che solo inizialmente è un omaggio (voluto) a Evil Dead, si trasforma col passare dei minuti in una sorta di compendio del cinema horror moderno...divertente, autoreferenziale, tecnicamente ineccepibile e con un finale “kolossal”, per non dire esagerato, in cui entrano in scena tutti (o quasi) i mostri della “mitologia orrorifica” (dagli Zombie ai Supplizianti, dall'Uomo Lupo al Clown di IT!), per la prima volta riuniti in unico film. Interessante inoltre l'idea di partenza del “grande fratello dell'orrore”, che contestualizza al nostro tempo la pellicola. L'anno scorso in pochi si sono accorti del passaggio nelle nostre sale cinematografiche di questo film che, come ho anticipato nella prefazione, è stato da molti critici giudicato come il miglior film di paura del 2012 e che andrebbe analizzato e studiato da tutti coloro che vogliono intraprendere una carriera nell'horror. La pellicola, infatti, rappresenta una accurata “indagine” su tutti gli stereotipi e l'iconografia del cinema del terrore dagli anni Ottanta in avanti, svolta con un pizzico di sarcastica ironia. Consigliato a chi è “rimasto un po' indietro” coi film dell'orrore e vuole rifarsi in una volta sola!!!
Curiosità. La direttrice del laboratorio che nel film organizza e controlla il mostruoso e crudele rituale, e che rimane misteriosa fino al finale della pellicola, è interpretata dalla "mitica" Sigourney Weaver (la protagonista della saga di Alien...che presto verrà trattata in queste pagine).

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