venerdì 19 aprile 2013

King of Horror (Parte I)


Dopo aver pubblicato le prime due recensioni come “frammenti” isolati, ho deciso di suddividere d'ora in avanti la rubrica in “miniserie”. Queste raccoglieranno di volta in volta i film da me ritenuti i più significativi fra quelli riconducibili ad una delle tante tematiche del cinema horror che verranno affrontate. Spero che, in questo modo, la lettura risulti ancora più interessante.
“A grande richiesta” comincerò dalla serie dedicata ai film tratti dai racconti di uno dei più grandi geni della letteratura horror di tutti i tempi: Stephen King. Portare su pellicola un racconto di King non è affatto cosa semplice e, spesso, ha dato esiti davvero mediocri. C'è da dire poi che King, spesso, non è stato molto “tenero” nel giudicare e commentare film tratti dai suoi romanzi e questo ha reso la “sfida” ancora più difficile per quei registi (alcuni dei quali molto importanti) che di volta in volta hanno voluto provarci. Rigorosamente in ordine cronologico, ecco per voi:

Shining (titolo originale “The Shining”)
USA – 1980 – colore - 146'
Regia: Stanley Kubrick
Interpreti principali: Jack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers.
Trama. Uno scrittore in crisi, Jack Torrance (Nicholson), per trovare la pace necessaria e poter completare il suo nuovo libro accetta l'incarico di custode di un albergo sulle Montagne Rocciose, l'Overlook Hotel, durante il periodo di chiusura invernale. Decide di portare con sé la moglie Wendy (Duvall) e il figlioletto Danny (Lloyd). Dopo essersi trasferito nell'hotel, Jack scopre che dieci anni prima quel luogo era stato teatro di una vicenda orribile: un uomo aveva sterminato tutta la sua famiglia e poi si era tolto la vita. Inoltre Danny si rende conto di essere in possesso di una dote particolare, la “luccicanza” (the shining, appunto), che gli permette di comunicare con alcune entità del passato che aleggiano ancora nell'hotel e che sembrano mettere in guardia il piccolo da qualcosa di terribile che sta per accadere. La percezione di queste presenze paranormali e l'atmosfera alienante e sinistra dell'hotel porteranno Jack col trascorrere dei giorni ad uno stato di follia …che sfocerà in furia omicida!
Analisi. Stroncato senza mezze misure da King, scontento del modo in cui era stato “trattato” il suo romanzo, il film rappresenta invece una delle poche trasposizioni che si elevi al di sopra della seppur dignitosa media. Anzi, si può dire senza problemi che con Shining ci troviamo di fronte ad uno di quei rari esempi di film dell’orrore conosciuto (e apprezzato) anche da chi non è proprio un amante di tale genere. Tanto che il titolo Shining è spesso associato più al film di Kubrick che al romanzo di King! Beh, i motivi di tale successo sono molteplici. Innanzitutto la regia, affidata ad un “mostro sacro” del cinema come S. Kubrick, un perfezionista, abile maestro nello sfruttare la storia paranormale raccontata nel libro per analizzare e sviscerare in maniera cinematografica i meccanismi psicologici della paura e dell'ossessione. Egli ci conduce infatti con la telecamera nei meandri labirintici e claustrofobici dell'Overlook Hotel che progressivamente si trasformano nei labirinti mentali del protagonista il quale, alla fine, vi rimane fatalmente imprigionato. Un altro motivo del successo sta nella scelta degli attori, su tutti un Jack Nicholson in grande forma e a suo agio nei panni del protagonista della vicenda: un personaggio irritabile, indisponente e costantemente ad un passo dalla schizofrenia...
Un film che assolutamente non può mancare nella vostra cineteca!!!

Cimitero Vivente (titolo originale “Pet Sematary”)
USA – 1988 – colore - 103'
Regia: Mary Lambert
Interpreti principali: Dale Midkiff, Fred Gwynne, Denise Crosby, Blaze Berdahl.
Trama. Il dottor Creed (Midkiff) si trasferisce con tutta la sua famiglia in una sperduta località del Maine, in una casa che ha l'inconveniente di essere costruita troppo vicino a una strada percorsa ogni giorno a gran velocità da enormi e minacciosi camion. Unica presenza nel raggio di miglia, il vicino di casa, un tizio stravagante di nome Judd (Gwynne). Un giorno un camion investe il gatto della famiglia Creed, uccidendolo. Judd allora convince il dottor Creed a seppellire i resti del povero gatto in un cimitero per animali che si trova nei pressi della loro abitazione, costruito molti anni prima da una tribù di pellerossa. Secondo la leggenda la terra di quel cimitero sarebbe in grado di riportare in vita gli animali! Passano pochi giorni ed ecco che, secondo copione, il gatto fa la sua ricomparsa, vivo e incredibilmente sano! Ma la gioia lascia presto spazio all'angoscia e alla paura: il gatto infatti comincia a manifestare strani comportamenti aggressivi, a tratti malefici...che sia un effetto collaterale del prodigio? Proprio mentre la famiglia medita sul da farsi, una tragedia (annunciata) la colpisce: il figlioletto del dottor Creed viene anch'esso ucciso da un camion... Il padre del bambino, in preda alla più totale disperazione, decide di seppellire il figlio nel cimitero degli animali. Una mossa di cui si pentirà ma...quando sarà ormai troppo tardi e il destino della famiglia inevitabilmente segnato!!!
Analisi. Questo film è il primo in assoluto che si avvale della sceneggiatura scritta da S. King in persona, il quale compare nella pellicola anche come attore (nella parte di un prete). L'ho scelto perché oltre ad essere molto tecnico e preciso dal punto di vista cinematografico (molto validi anche gli effetti speciali!) riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore introducendo molto abilmente un elemento che si aggiunge all'orrore: il dolore. Mentre i camion continuano incessantemente e rumorosamente ad attraversare la strada accanto alla casa dei Creed, si intuisce subito che la morte del gatto è solo il preludio e che la prossima vittima sarà il bambino. La sua scomparsa porterà un dolore lacerante non solo alla famiglia del film ma anche allo spettatore. Solo un elemento, alla fine, sopravvive alla catena di morte: la bambina, una sensitiva (una costante nell'universo “kinghiano”) che, evidentemente...sapeva già come andava a finire! ;)
Non mi resta che terminare “canticchiando” il ritornello
... I don't want to be buried in the Pet Sematary,
I don't want to live my life again
Oh no, oh no no no!
tratto dalla canzone “Pet Sematary”, sigla conclusiva del film scritta appositamente per l'occasione dai (mitici)“Ramones”. Un brano musicale divenuto in breve tempo, non a caso, uno dei cavalli di battaglia della leggendaria band punk-rock americana.  \m/
Nota. Nel 1992 è uscito il seguito, Cimitero Vivente 2 (Pet Sematary 2) ...interessante e discreto dal punto di vista tecnico ma, sicuramente, inferiore.

IT
USA – 1990 – colore - 192'
Regia: Tommy Lee Wallance
Interpreti principali: Tim Curry, John Ritter, Askell Anderson, Annette O'Toole.
Trama. Un gruppo di ragazzini di una (apparentemente) tranquilla cittadina americana (Darry) decide un giorno di stringere un’amicizia di ferro, una sorta di patto di sangue, per poter affrontare e sconfiggere un mostro dalle sembianze di  clown, IT (Curry), che da anni ciclicamente provoca la morte di ragazzi di giovane età. Il legame fra i ragazzi rimane molto saldo anche a distanza di anni quando, diventati oramai degli adulti, sono costretti a riunirsi nuovamente nella città d'origine per affrontare la mostruosa minaccia di IT. Forti di quell'amicizia e del ricordo di quando in passato riuscirono tutti assieme a neutralizzare IT, il gruppo di amici affronta senza esitazione il malvagio clown ...in quella che sarà una lunga e snervante battaglia finale fra il Bene e il Male!
Analisi. Prima di qualsiasi commento, è doverosa una premessa: penso che sia praticamente impossibile per chiunque trasporre su schermo un romanzo di oltre 1.200(!) pagine in cui tutti i temi alle fondamenta dell'opera letteraria del “Re dell'Orrore” vengono ampiamente trattati, analizzati e svolti. Un’altra importante considerazione da fare per meglio giudicare questa pellicola è che si tratta di un’opera concepita per diventare una serie televisiva e non un unico film per il grande schermo. Questo ha comportato delle limitazioni tecniche non da poco, la censura delle scene più cruente e spaventose e una durata oltre la media (più di tre ore!). Detto ciò, va dato comunque atto al regista di essere riuscito a confezionare un buonissimo prodotto, creando (soprattutto nella prima parte) un’atmosfera molto vicina a quella che si respira nel romanzo originale e a mantenere un buon ritmo narrativo. Molto bene ideata e realizzata inoltre la rappresentazione cinematografica del clown IT (che compare minaccioso anche nella locandina del film), che si guadagna una posizione di rispetto nel Gotha dei personaggi/mostri cattivi “cult” del cinema horror. Quasi scontata e inevitabile, invece, la caduta di tensione e di coerenza stilistica nella parte conclusiva del film...un vero peccato!
Curiosità. In un romanzo successivo (Tommyknockers), da cui è stato tratto anche un film, King riprende il personaggio di IT…attribuendogli un’origine extraterrestre!

G.D.

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