Lo spunto per questo nuovo capitolo della
rubrica me lo ha dato la visione del film, uscito il 24 aprile al cinema,
Le Streghe di Salem, del regista statunitense Rob Zombie
(vero nome Robert Bartleh Cummings), autore anche del libro omonimo da cui è
tratto il film nonché cantante e leader della famosa (almeno negli USA) band
Rock-Metal White Zombie. Beh in realtà il film è proprio brutto, anzi è
veramente pessimo!!! Ma non temete, oltre a Le Streghe di Salem tratterò altri
2 film horror, entrambi del Maestro Dario Argento, legati alle streghe e…sono
sicuro che non vi deluderanno ;-) !!!
Le
Streghe di Salem (titolo originale “The Lord of Salem”)
USA – 2013 – colore - 101'
Regia: Rob
Zombie
Interpreti principali:
Sheri
Moon Zombie, Bruce Davison, Jeff Daniel Phillips, Judy Jeeson.
Trama. Nella
cittadina americana di Salem (in Massachussets), una giovane D.J. radiofonica,
Heidi (S. M. Zombie), riceve durante la messa in onda della sua consueta
rubrica un disco in vinile, confezionato in una strana custodia di legno: sul
vinile nessun titolo e nessun riferimento, solo un bigliettino con scritto “Un
regalo dai Signori di Salem”. Tornata a casa con un amico, Heidi decide di
ascoltare il disco e quando l'ossessionate e ripetitivo motivo inciso sul
vinile comincia a suonare ella inizia ad avere orribili visioni riguardanti un
gruppo di streghe che vengono giustiziate ed arse vive. Da quel giorno la vita
di Heidi non torna più la stessa, gli incubi e le visioni (di cui poco a poco
lei stessa diventa la protagonista) legate alle streghe che un tempo abitavano
proprio in quella città si fanno sempre più frequenti e oppressive e portano la
ragazza verso uno stato di esaurimento nervoso molto grave: la realtà si
confonde con le visioni e Heidi non è più in grado di reagire. L'amico prova a
salvarla ma non può fare nulla: il destino di Heidi è segnato...è la
discendente della famigerata strega Morgan, bruciata viva a Salem alla fine del
'600, e diventerà un strega anche lei.
Analisi. C'era molta
attesa per questo film: il regista americano R. Zombie, che esordì nel 2003 col
film La Casa dei 1000 Corpi (un film molto controverso ma che
ebbe un successo clamoroso anche in Europa) è molto quotato nell'ambiente del
cinema horror. Tuttavia il film è una delusione su tutti i fronti: la
narrazione è lenta, priva di ritmo, le ambientazioni e le scenografie sono
grottesche ai limiti del ridicolo, le scene horror sono prevedibili, viene
fatto un uso a dir poco eccessivo di frasi e situazioni blasfeme e vengono
utilizzati in maniera maniacale nudi di donne in età avanzata che trovano il
loro culmine nella scena finale del film...insomma uno squallore, privo di
alcun senso logico (forse il regista vedeva in tutto ciò qualcosa di
artistico). Un vero e proprio insulto a Suspiria (da cui R. Zombie dice di
essersi ispirato per la scenografia) e più in generale al cinema del settore...
Molto deludente anche la colonna sonora: da un rocker di spessore come Zombie
mi aspettavo qualcosa di più che un brano ossessivo (anzi, fastidioso) e
qualche sprazzo di black-metal...
Note e curiosità. Il film si
ispira ad un episodio storico molto famoso negli USA (il processo alle streghe
avvenuto nel 1692 a Salem, che portò all'uccisione di decine di donne, arse
vive) e ad un episodio di cronaca nera: un suicidio di massa di sole donne
avvenuto proprio a Salem. L'interprete principale del film (S. M. Zombie) è la
moglie del regista ed è anche la bassista dei White Zombie, il gruppo di
cui R. Zombie è il cantante...insomma, affari di famiglia Zombie!
Italia – 1977 – colore - 97'
Regia: Dario
Argento
Interpreti principali:
Jessica
Harper, Stefania Casini, Alida Valli, Miguel Bosè.
Trama. Una giovane
ballerina, Susy (J. Harper), giunge nella città tedesca di Friburgo per
frequentare una prestigiosa e rinomata scuola femminile di danza ma proprio la
sera del suo arrivo assiste ad un episodio strano, che vede protagonista una
ragazza appena cacciata dalla scuola e che verrà barbaramente uccisa qualche
ora dopo. Passa qualche giorno, e Susy si accorge che l'edificio in cui ha sede
la scuola è costruito con particolari architettonici alquanto strani e
insoliti, inoltre avverte molto chiaramente la sensazione che allieve e,
soprattutto, insegnanti nascondano qualche mistero inquietante. Nel frattempo
alcuni orribili avvenimenti cominciano a susseguirsi in maniera sempre più
angosciante all'interno dell'edificio che Susy, alla fine, scopre essere solo
una copertura per celare agli occhi indiscreti quella che in realtà è a tutti
gli effetti la dimora di una vecchia strega molto potente, Mater Suspiriorum,
la quale continua ad esercitare il suo potere maligno sulle persone che la
circondano a distanza di secoli dalla sua presunta morte!
Italia – 1981 – colore - 106'
Regia: Dario
Argento
Interpreti principali:
Daria
Nicolodi, Leigh McCloskey, Irene Miracle, Eleonora Giorgi.
Trama. Rosa (E.
Giorgi), una poetessa, mentre si trova a New York scopre casualmente in un
libro alcuni riferimenti molto strani alle cosiddette “Tre Madri”, tre creature
che eserciterebbero da secoli il loro potere malefico sull'intera umanità e
che, sempre stando al libro, dimorerebbero in altrettanti palazzi di tre
distinte città: Friburgo (...dove si trova Mater Suspiriorum – di cui si
parla in Suspiria), New York e Roma. A quel punto Rosa,
incuriosita, decide di indagare e si reca dal libraio per chiedere ulteriori
informazioni sul libro ma ...da quel momento inizia una lunga e sconvolgente
serie di macabre morti, tutte orchestrate da una delle Tre Madri, Mater
Tenebrarum, gelosa custode di quel segreto.
Analisi dei film. Anche se
stilisticamente sono abbastanza differenti fra loro, Suspiria e Inferno
vanno considerati e analizzati assieme dal momento che fanno parte di un
“concept” horror molto ambizioso di tre film che Argento volle intraprendere
per trattare, a suo modo (cioè metafisico), il mondo delle streghe, che chiama
per l'occasione “Madri”. La realizzazione di questi primi due film, tuttavia,
richiedette un enorme impegno da parte del regista italiano che, snervato e
privo di idee, lasciò l'opera incompiuta...almeno fino al 2009 quando, quasi
costretto dalle incessanti e sempre più insistenti richieste dei suoi fans, a
distanza di trent'anni da Inferno decise di girare “La
Terza Madre”, il capitolo conclusivo della saga: un film talmente
brutto e privo di inventiva che non inizierò nemmeno a trattare. Suspiria
è importante nella filmografia del regista italiano poiché si tratta del primo
film in cui D. Argento abbandona il thriller per immergesi al 100% nell'horror.
Una cosa che colpisce subito è la stravaganza sanguinaria con cui vengono messi
in atto i delitti, un aspetto che rimase nel tempo una sorta di “marchio di
fabbrica” del regista. Egli inoltre per l'occasione punta molto sulle atmosfere
esoteriche e gioca molto coi contrasti e le luci (Argento racconta che per
creare quegli effetti di luce scelse una pellicola particolare, molto spessa).
Un altra caratteristica di Suspiria è l'ambientazione: volutamente ispirata
alle fiabe per i bambini, tanto che in alcune scene la grandezza delle porte e
l'altezza da terra delle maniglie sono sproporzionate rispetto alla statura
delle attrici (la protagonista è stata scelta anche per il suo aspetto
fanciullesco). Inferno, anche se teoricamente dovrebbe essere il
seguito di Suspiria, si discosta molto come ambientazioni e fotografia dal film
precedente. Magia, alchimia esoterismo e orrore sono fusi assieme per creare un
intreccio fittissimo, denso, memorabile per la capacità visionaria dell'autore.
Degna di nota la performance di E. Giorgi, un attrice forse sottovalutata o,
meglio, che nel tempo non si è saputa riconfermare. Forse un po' deludente è il
finale del film, in cui l'orrore metafisico che faceva da asse portante lascia
il posto all'apparizione di una Morte alquanto approssimativa e grossolana.
Grandiosa in entrambe i film la colonna
sonora dei mitici Goblin di Claudio Simonetti.
Note e curiosità: Suspiria
ebbe un enorme, inaspettato, successo anche in Giappone, un paese in cui D.
Argento non era conosciuto, a tal punto che venne recuperato il film Profondo Rosso (del 1975) cui venne dato il
titolo Suspiria parte seconda. Una locandina promozionale del
film dell'epoca riporta questa frase: “L'unica cosa più paurosa degli ultimi 12
minuti di Suspiria sono...i primi 92 minuti!”.
In Inferno rimane da
manuale la scena in cui Rosa si immerge nel sotterraneo allagato della dimora
stregata...una sequenza in cui lo spazio e il tempo vengono annullati per
lasciar posto alla paura claustrofobica.
Nessun commento:
Posta un commento